Il percorso della musica
Il mondo Walt Disney tra vinili e spartiti dal 1936 al 1990
La mostra si snoda attraverso la produzione Disney di sette decenni, questa volta espressa attraverso gli oggetti della musica che la riguardano: dischi in vinile e spartiti musicali.
Il visitatore ripercorre tutta la storia disneyana in ordine cronologico ammirando l’insieme delle edizioni musicali che vennero pubblicate nei decenni, raccolte titolo per titolo. Protagoniste assolute sono, lungo tutto il percorso, le coloratissime copertine.
Quanto esposto proviene da due collezioni private e rappresenta una piccola parte rispetto al totale esistente, se si considerano tutte le edizioni realizzate in 70 anni in ogni Paese del mondo. Ma questa panoramica, ampia per quanto possibile, ne mostra la linea portante, con un occhio di riguardo alle edizione originali americane e italiane. Ed è proprio attraverso queste ultime che la maggioranza del pubblico sicuramente ritroverà parte della propria storia.
Gli anni 30
In questa sezione sono esposti pezzi rarissimi che risalgono agli anni in cui Walt Disney si afferma come un protagonista indiscusso della cinematografia mondiale. Dalla nascita di Topolino alle “Silly Symphonies” fino al grande azzardo di “Biancaneve e i sette nani” (1937). I dischi fonografici a 78 giri degli anni ‘30, ‘40 e ‘50 e i vinili plastici LP a 33 giri degli anni ‘60, ‘70 e ‘80. Tra questi la copertina del primo disco al mondo che inaugurò la pubblicazione di una colonna sonora: l’edizione Victor Records del 1937 di “Biancaneve e i sette nani”.
Gli anni 40
La mostra prosegue con le pubblicazioni americane, inglesi e italiane relative ai capolavori dell’Età d’Oro di Walt Disney:“Pinocchio” (1940), “Fantasia” (1940), “Dumbo” (1941) e “Bambi” (1942). Accompagnate da copie rare dedicate a tutta quella produzione talvolta considerata ”minore” e che invece è stata fondamentale nel fissare i canoni disneyani, definirne per sempre il loro carattere ed unicità: “Saludos Amigos” (1942), “I Tre Caballeros” (1943), “Musica Maestro!”(1946), “I Racconti dello Zio Tom” (1946), “Bongo e i tre avventurieri” (1947), “Tanto caro al mio cuore” (1948), “Lo Scrigno delle Sette Perle” (1948), “ Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad” (1949).
Gli anni 50
“Cenerentola” (1950) apre una stagione straordinaria per lo Studio Disney, lo salva dalle difficoltà dovute al periodo post bellico e permette la realizzazione di progetti che diventano iconografici del marchio Walt Disney, compresa la costruzione del parco a tema di Anaheim, Disneyland, il primo parco tematico del genere mai concepito al mondo. Seguono esposti dischi e spartiti d’epoca fino a quelli più recenti di Cenerentola (1950) e Alice nel Paese delle Meraviglie (1951). Fanno inoltre la loro apparizione dischi che narrano la nuova frontiera della cinematografia disneyana dopo l’esperienza dei film in tecnica mista degli anni 40 (“I Racconti dello Zio Tom”e “Bongo e i tre avventurieri”): quella relativa alla produzione dei cosiddetti “Live Action”. “L’Isola del Tesoro” (1950) inaugura questo filone al di fuori dell’animazione che continuerà a mietere successi fino ad oggi. Appaiono le avventure di “Robin Hood e i compagni della foresta” (1952), quelle di “20000 Leghe sotto i mari” (1954), quelle di “Davy Crockett” (1955), il capolavoro “Lilli e il vagabondo” (1955), i documentari sulla Natura, sui Popoli e Paesi del mondo. Viene inaugurata Disneyland e ne vengono pubblicati i dischi commemorativi e quelli relativi a molte singole attrazioni. Nel frattempo Walt Disney si lancia sulla televisione: nascono il Mickey Mouse Club insieme alle sue piccole star. Per qualcuna di loro questo rappresenta un trampolino di lancio verso il successo successivo degli anni ‘60.
Nascono la Disneyland Records (1956) e la Buena Vista Records (1959), vere e proprie case discografiche appartenenti alla Walt Disney Company e il loro direttore, Salvador “Tutti” Camarata, fu responsabile di numerose pubblicazioni che rappresentano lo stile e il sentimento dell’epoca.
Chiude trionfalmente il decennio quel capolavoro assoluto che è “La Bella Addormentata nel Bosco” (1959), la cu colonna sonora fu registrata in uno studio all’avanguardia a Berlino, che permise di utilizzare un nuovo sistema audio stereo nel film. La colonna sonora de “La Bella Addormentata nel Bosco” fu la prima vera colonna sonora stereo dell’era moderna e fu registrata dall’8 settembre al 25 novembre 1958.
Gli anni 60
Dopo i successi di “Zorro”(1957-1959) e di favole come “Darby O’Gill e il Re dei Folletti” (1959) e “Toby Tyler”(1960) il decennio si apre all’insegna della contemporaneità portata dalle nuove figure emergenti dello Studio: adolescenti come Hayley Mills, Annette Funicello, Tommy Kirk, Kevin Corcoran. Ma anche delle innovazioni tecnologiche adottate, come la copiatrice Xerox che fu utilizzata nel meraviglioso “La Carica dei 101” (1961) e poi nell’altrettanto straordinario “La Spada nella Roccia” (1963). Qui è esposto l’unico vinile prodotto in Italia dalla Cemed-Carosello che uscì in sordina, mascherato da una copertina pop-up totalmente identica a quella americana anche nei titoli e quindi difficile da individuare. Accostato al vinile il prezioso spartito originale Curci.
Gli anni 60 vedono la trionfale uscita nelle sale di “Mary Poppins” (1964) – la cui discografia è sterminata – e del famoso orsetto Winnie Pooh, che avrà un roseo futuro anche in tempi recenti e che all’epoca apparve curiosamente sui nostri vinili come “Winny Puh”. Numerose commedie squisitamente disneyane come “Il Fantasma del Pirata Barbanera” (1968) e “Il Maggiolino Tutto Matto” (1969) o capolavori musicali come “Il più felice dei miliardari” (1967) e “Il Libro della Giungla” (1967).
Gli anni 70
Gli anni ‘70 si aprono con il fantastico ritmo jazz de “Gli Aristogatti” (1970). Ma nel 1971 viene inaugurato anche l’ultimo sogno di Walt, il grandioso Walt Disney World in Florida cui vengono dedicate parecchie edizioni in vinile. Dopo il clamoroso successo di Angela Lansbury interprete anche delle canzoni in “Pomi d’Ottone e Manici di Scopa” (1972) e di “Robin Hood” (1973), in quello stesso anno vengono celebrati i 50 anni della Walt Disney Productions e avviene la riproposta di numerosi classici nei cinema di tutto il mondo. Questo incrementò naturalmente la domanda di supporti attraverso i quali potersi portare a casa un po’ di magia ed è in questi anni che la diffusione dei dischi ad etichetta Disneyland raggiunge il suo apice. Ma si dovrà comunque aspettare l’uscita de “Le avventure di Bianca e Bernie” (1977) e di “Elliott e il drago invisibile” (1978) per apprezzare appieno il talento delle nuove generazioni di musicisti, che si cimentano dapprima in scritture alquanto impegnative come quella de “L’isola sul Tetto del Mondo” (1974) e poi in quella di “The Black Hole – il buco nero” (1979).
Gli anni 80
Questo decennio testimonia la crisi e il declino dello studio di animazione Disney che dà il suo estremo colpo di coda con “Red e Toby nemiciamici” (1980) il cui vinile 33 giri in Italia non viene nemmeno pubblicato. I vinili Disneyland diventano vere e proprie colonne sonore destinate per lo più ad un pubblico di appassionati adulti. Nel 1989 la Disneyland Records diventa Walt Disney Records e si dedica alla produzione dei compact disc.
Gli anni 90
Tuttavia la produzione dei vinili resiste in qualche angolo di mondo, ad esempio nei Paesi dell’Estremo Oriente che pubblicano per intero le colonne sonore dei primi classici del “Rinascimento” Disney. Coreane sono le copie esposte de “La Sirenetta”(1989), “La Bella e la Bestia” (1991), “Aladdin” (1993) e “Il Re Leone” (1994). In Italia le stesse colonne sonore vengono pubblicate dalla EMI con l’aggiunta della musica di Biancaneve e i sette nani, per la prima volta disponibile nel nostro Paese priva dei dialoghi. Negli USA i vinili sono relegati alle edizioni limitate per collezionisti. Qui esposto il picture disc de “Il Re Leone”(1994).
I vinili a tema Disney e l’Italia
L’Italia ha sempre avuto un rapporto speciale con Walt Disney. Fino dagli anni del dopoguerra il suo è sempre stato considerato un marchio di grande qualità, di alto livello se non addirittura di lusso. Le edizioni in vinile, i collezionabili e i giocattoli degli anni 50, 60 e 70 furono certamente alla portata di pochissimi fortunati. Era soprattutto al cinema che il grande pubblico aveva la possibilità di conoscere e innamorarsi del suo modo di fare spettacolo, il “Disney Touch”. E il successo era clamoroso proprio perché le produzioni Disney erano gestite con una competenza e una professionalità tuttora ineguagliate e non erano considerate un prodotto per l’infanzia. I dialoghi geniali di Roberto de Leonardis, il doppiaggio magistrale di quelle che sono ritenute da sempre le voci cinematografiche migliori del mondo (i doppiatori della gloriosa CDC), le uscite programmate durante le festività che aggiungevano magia alla visione. Portarsi a casa un vinile come i nostri – che non venivano alterati in alcun modo rispetto all’originale – significava portarsi a casa quella magia nell’unico modo possibile all’epoca (i filmini Cinecasa arrivarono dopo e ancora una volta non furono alla portata di tutti). Il successo continuato e quasi esclusivo fece sì che altre case discografiche acquisirono i diritti per pubblicare brani a tema disneyano spesso con la partecipazione di grandi interpreti. Esposti a conclusione della mostra ci sono alcuni esempi delle numerose esperienze italiane, legate anche ad eventi televisivi importanti